Il primo appuntamento con aperto_2020 è l’inaugurazione dell’opera dell’artista Beatrice Catanzaro in collaborazione con l’artigiana Luciana Angeloni
Malga Stain (Edolo) | sabato 18 luglio 2020
Le attività artigianali, tradotte dagli artisti in opere poetiche, sono ancora protagoniste in aperto_2020.
La manifestazione, promossa dal Distretto Culturale con la direzione artistica di Giorgio Azzoni, prosegue infatti attivando i progetti avviati con successo lo scorso anno e con la presentazione pubblica di quelli giunti a compimento.
Con la riapertura dei luoghi di accoglienza alpina, viene inaugurata l’opera dell’artista Beatrice Catanzaro: una grande installazione pubblica realizzata mediante annodature di corde di montagna. La modularità di forme apparentemente perfette compone una trama che, grazie al sapiente lavoro delle mani, assembla corde differenti per colore, dimensione e usura, risolvendosi in una inedita concordanza.
Il lavoro aiuta a comprendere, attraverso la paziente lentezza del processo produttivo, il valore di una pratica artigianale solitamente vissuta nella ritualità del tempo domestico ma che, nella sua realizzazione artistica si proietta nell’aperto degli spazi montani.
L’opera è collocata in modo permanente presso il Rifugio Malga Stain, che ne garantisce la cura, e può divenire manifesto umanistico dell’alleanza tra ingegno e natura, qui percepibile in trasparenza oltre la trama stellata nella varietà delle sue forme alpestri.
DoppioNodo
Installazione artistica di Beatrice Catanzaro, con l’artigiana Luciana Angeloni
I N A U G U R A Z I O N E
Sabato 18 luglio 2020 Malga Stain (Edolo)
DoppioNodo è una tenso-installazione realizzata con la tecnica del chiacchierino utilizzando corde da montagna usate e donate per questo lavoro. Il progetto mette in dialogo una tecnica artigiana prettamente femminile, domestica e minuta, con l’annodatura praticata dagli alpinisti attraverso la realizzazione di un chiacchierino sovradimensionato.
Stravolgere le proporzioni è un gioco, una possibilità che offre uno sguardo inconsueto su ciò che sembra abituale. Ed è così che abbiamo infranto la sacralità dell’infinitamente piccolo del chiacchierino, trasformando il pizzo decorativo in una tenso-struttura.
Ogni corda ha una storia, una memoria, i suoi ricordi. Lo senti dalla sua morbidezza o rigidità, dal suo colore, dalla sua usura. Memorie di fatiche ed esplorazioni, di alzate mattutine e silenzi, di arrivi e incontri.
Ogni corda ha una storia ed è forse questo che raccoglierle è stato difficile. Gli oggetti sono luoghi di memoria e disfarsene è un po’ come donare la propria memoria ad altri.
Le corde diventano, nodo dopo nodo, grandi chiacchierini. Le mani sempre più callose e doloranti. La corda ha il suo corpo, la sua ruvidità, come tutte le compagne di vita, non è inerte al fare, ma resiste, come a dire ‘ci sono anch’io’, e allora ti devi adattare.
Beatrice Catanzaro è artista, ricercatrice e insegnante, attualmente dottoranda alla Oxford Brookes University con il centro di ricerca in Scultura Sociale. Ha lavorato in Europa, Medio Oriente e India. Dal 2010 al 2015 ha vissuto in Palestina, dove ha insegnato alla International Art Academy of Palestine (Ramallah) e co-fondato il centro per donne e impresa sociale Bait al Karama nella città vecchia di Nablus. Il suo lavoro è stato esibito in musei e gallerie internazionali come il MART di Rovereto, la Fundacao Gulbenkian a Lisbona, l’Espai d’Art Contemporani de Castelló (EACC) in Spania, la Quadriennale di Roma.
IL SITO UFFICIALE di aperto_2020
aperto.lavallecontemporanea.it