Il progetto Ritratti reali dell’artista Patrizio Raso, ospite in residenza a Monno per aperto 2019 art on the border, lo ha visto interprete della realizzazione di nove “pezzotti”, in collaborazione con l’artigiana Gina Melotti e i cittadini del Comune di Monno.
Il pezzotto è un’arte popolare radicata nella cultura del piccolo borgo e si ottiene tagliando stracci in piccole strisce che poi vengono tessuti al telaio per fare tappeti. L’artista concepisce il pezzotto come un campo di relazione tra sé e le persone, convertendo i gesti del processo di lavorazione del tappeto in atti di valore, il cui esito genera un intreccio di storie di persone reali. Si utilizzano gli indumenti di cittadini che hanno vissuto o vivono a Monno, in modo che attraverso il ricordo e il racconto, emerga la loro storia, la loro memoria e non il folclore o l’oggetto della tradizione.
Patrizio Raso, in una fase iniziale del progetto, ha raccontato la propria storia realizzando i primi due pezzotti con gli indumenti dei suoi nonni materni e un piccolo ricamo, ricordo d’infanzia della moglie, quando viveva
in Albania. In diversi incontri pubblici ha mostrato questi lavori al gruppo di donne del mercatino parrocchiale, agli Alpini, ai ragazzi della Pro Loco e a una rappresentanza della Cooperativa il Cardo del Comune di Edolo. Infine, in compagnia dell’Assessore alla cultura Nadia Ghensi ha incontrato in un “porta a porta” molte famiglie di Monno che attraverso il racconto orale, la presenza visiva del pezzotto e il carico emotivo che li ha generati, ha creato interesse e dialogo. Questa necessità ha mosso il desiderio di molti a partecipare al progetto, dove gli esiti sono un insieme di vicende private, storie passate e attuali che condivise assumono la funzione di un archivio pubblico, abbozzo di un ritratto reale.
Ai partecipanti è stato chiesto anche di raccontare le loro storie, registrate con tracce audio durante il lavoro di tessitura, che saranno presenti nell’esposizione, insieme a una serie di foto in cui si ritraggono gruppi famigliari all’interno delle loro case, con in mano il pezzotto da loro realizzato con indumenti dei loro parenti o amici. Una piccola “messa in scena,” in cui si crea un corto circuito spazio-temporale, dove le persone assenti e presenti, si raccontano ciclicamente nei ricordi di chi vive.
La mostra si presenta come un’installazione che articola queste varie fasi di lavoro, mostrando i Ritratti reali come vestiti “rimessi in piedi”, appesi in verticale nello spazio espositivo ad altezza reale. In questo modo il pezzotto/abito torna ad avere una sua presenza e funzione, come se fossero ancora una volta indossati dalle persone che lo hanno segnato nel tempo. Negando in questo modo la stasi orizzontale del cassetto che lo ha custodito per anni e togliendo al pezzotto/tappeto la sola funzione di uso, si imprime un nuovo valore.
L’artista a conclusione del progetto donerà le opere dei ritratti reali alle persone che lo hanno realizzato, questo non è solo un dono ma anche un atto di risignificazione di eventi del passato.
Hanno partecipato al progetto: Luigina Cicci, Santina Cicci, Silvia Cicci, Betty Faustinelli, Nadia Ghensi, Nicoletta Ghensi, Enrica Lazzarini, Gina Melotti, Lidia Minelli, Clelia Mossini, Roberta Passeri, Ada Pedrazzi, Arianna Pietroboni, Elena Pietroboni, Silvia Pietroboni, Vittorio Pietroboni.


Patrizio Raso, nato a Polistena (RC) nel 1978, vive e lavora a Milano. La ricerca artistica dell’artista nasce dall’esperienza della pittura e del disegno. Dal 2005 al 2009 organizza in Calabria Spaventamafiosi, un laboratorio che coinvolge i cittadini in azioni collettive
a tutela dell’immaginario civile. Nel 2010 crea BAUBAUS, con cui organizza numerosi laboratori serali aperti, negli spazi espositivi dell’Associazione Careof. Il gruppo indaga pratiche artistiche in cui il disegno è mezzo esperienziale di osservazione per una ricerca- azione accessibile a tutti. Dal 2015 collabora con il gruppo Wurmkos. Nel 2016, con Pasquale Campanella e Monica Sgrò dà avvio a Educational Art, un progetto che unisce pratiche artistiche e sperimentazioni pedagogiche, sviluppando nuove metodologie didattiche e modelli alternativi alle istituzioni scolastiche. È nella redazione collettiva di Fuoriregistro, quaderno di studi tra arte contemporanea e pedagogia, edito da Boîte.

