
Il ricettario digitale delle famiglie camune

Referente:
Vera Agustoni
Luogo:
Sovere (BG)
Ideatore della ricetta:
La suocera mi ha passato la ricetta, ma è pubblicata anche sul libro del paese
Partecipanti:
Vera (moglie)
Ivan (marito)
Caty e Rino (suoceri)
Motivazioni:
È la ricetta del paese del mese di maggio. La ricetta del cuore perché le nonne tramandavano la ricetta a voce alle nipoti in età da marito e bisognava rispettare l’usanza di farla in solo mese di maggio per la festa della Madonna della Torre. E così è stato anche per me. Mi è stata tramandata a voce (io per sicurezza l’ho appuntata in un quadernino, per paura di dimenticare qualcosa). Questo, insieme ad un altro dolce autunnale (la Maāha), erano i dolci base da saper fare per la famiglia nelle grandi occasioni.
Ingredienti:
- 500 g di farina
- 200 g di zucchero
- 2 uova intere
- 1 uovo per la glassa
- 100 g di burro fuso
- sale q.b.
- scorza di limone
- latte q.b.
- lievito fresco di birra
- 20 gr di uvetta
- zucchero in granella
Procedimento:
Si preparano in una ciotola capiente la farina, lo zucchero, un pizzico di sale, la scorza di limone.
Si scioglie il burro, si intiepidisce appena il latte e si fa sciogliere il lievito.
Ora, con l’aiuto di un frullino, si mescola tutto: mix farina con uova, burro fuso e latte tiepido con lievito.
In ultimo, si aggiunge l’uvetta: non c’è una quantità precisa, va in base al proprio gusto.
Si deve ottenere un impasto sodo e leggermente appiccicoso.
Lo si mette a lievitare coperto con la pellicola in forno, con luce accesa, per due ore.
Passato il tempo gli si dà la tipica forma a S oppure a ciambella (volendo si può usare uno stampo imburrato e infarinato) e la si fa lievitare ancora un’ora coperta con pellicola in forno, sempre con la lucina accesa.
Si scalda il forno a 170’, statico, si spennella con l’uovo sbattuto la superficie e si mette lo zucchero granellato.
Si fa cuocere questo dolce per 25/30 minuti (prova dello stecchino prima di sfornarlo).
Dolce soffice, se mangiato subito, ma il giorno dopo deve prendere la consistenza di “dolce stantito”, tipica di questo dolce.