Un nuovo progetto di ricerca del Distretto Culturale mette a fuoco le osterie della Valle Camonica: verranno indagati gli ambienti, le storie, la cucina e i tanti percorsi di innovazione che le osterie stanno facendo per seguire i cambiamenti delle comunità di montagna.
Dopo le ricerche sulla fisarmonica e sul recupero della musica e delle danze popolari della Valle Camonica, confluite nelle pubblicazioni Lo strumento resistentee Movenze di comunità, il Distretto Culturale continua il suo percorso di riscoperta del patrimonio immateriale del territorio, eleggendo le osterie a luoghi di eccellenza della socialità rurale, nuovo campo di indagine e studio.
Oggi le osterie sono luoghi emblematici della nostra modernità e sono sottoposte a rapidi cambiamenti: diventano bar, pizzerie, sale per videogiochi, spazi pieni di funzioni diversificate per accogliere i bisogni di un pubblico variegato e sempre più esigente.
Il frequentatore delle osterie cambia perché la montagna non basta più a sé stessa, la popolazione rapidamente diminuisce, si urbanizza nel fondovalle e chi resta invecchia. Anche le osterie, quindi, o si trasformano o chiudono, sottraendo così ai piccoli paesi di montagna l’unico spazio dello stare insieme.
Nel mese di novembre è stato costituito un gruppo di lavoro eterogeneo che avrà il compito di raccontare cosa è cambiato e cosa resiste nelle osterie rimaste in Valle Camonica, come questo patrimonio di cultura e socialità si è evoluto nel tempo e quali sono le caratteristiche delle osterie di oggi.
Lo studio verrà affrontato attraverso diversi approcci e punti di vista che in ogni storia proveranno a incastrarsi e intersecarsi: il ricercatore e antropologo Giorgio Sabaudo racconterà il tema intervistando testimoni e andando a scovare le storie delle persone che gravitano (e gravitavano) attorno all’osteria; il giornalista eno-gastronomico Carlos Mac Adden partirà dai prodotti e dalle preparazioni culinarie tipici del territorio, per capire come sono eventualmente cambiati il loro impiego e il concetto di cucina; la comunicatrice Maura Serioli racconterà i giovani che nel 2018 decidono di tenere aperta un’osteria e le innovazioni messe in atto per renderla un luogo attraente e vivo, da frequentare; infine il fotografo Emanuel Montini affronterà il tema da un punto di vista visivo, attraverso un racconto per immagini in cui leggere atmosfere e dettagli di questi luoghi emblematici.
L’indagine partirà da una selezione di osterie individuate attraverso la campagna social (Instagram e Facebook) @osteriacheposto, o che sono state e saranno protagoniste di iniziative del Distretto Culturale, come i corsi di danza popolare, le serate in musica e i tavoli di discussione in dialetto.
Ma l’obiettivo è quello di allargare il campo d’azione, per scovare le storie più rappresentative di questi fondamentali luoghi di socialità e trasformarle in materiali (racconti, foto, percorsi di promozione culturale e turistica) in grado di arricchire l’offerta del territorio camuno.
© Ph. E. Montini all’Osteria Carlì di Fraine.