3 – 30 settembre 2023 | VALLE CAMONICA
Una rassegna culturale dedicata al Sito Unesco n.94 della Valle Camonica che intende smuovere una nuova visione sui segni e luoghi incisi a partire dalla messa in discussione delle modalità con cui ci avviciniamo alle rocce come fruitori e del portato culturale di questo enorme patrimonio, del suo valore e significato nella nostra contemporaneità.
Kitty Crowther / Simone Beneventi / Paolo Maria Clemente e Lupo Contadino / Caterina Gobbi / Stefano Boni / Andrea Staid / Massimo Zamboni / Andrea Moro e Giuseppina Ruggiero / Isidro Ferrer
INCISO è una riflessione nata dal coinvolgimento di diversi autori del mondo dell’arte, della letteratura, della grafica, delle scienze sociali invitati a lavorare sui segni e i luoghi incisi a partire da alcune domande comuni:
Come muovere un nuovo sguardo sulle pietre incise riconosciute nel lontano 1979 quale Sito Unesco n.94 della Valle Camonica? Come rimetter in discussione la nostra relazione con i segni e questi luoghi incisi migliaia di anni fa? Come ripassare di lì insieme, nei luoghi dell’infanzia dell’umanità e scoprire cosa abbiamo in comune con loro?
È stato proposto agli autori invitati – e allo stesso modo sarà proposto al pubblico che frequenterà la rassegna – di accettare che tutto quel che non sappiamo e che non possiamo immaginare dei motivi e delle modalità con cui i nostri antenati hanno scelto, frequentato e inciso quei luoghi, possa diventare oggi un buon motivo di ritorno e di interrogazione di questi luoghi.
Il programma della rassegna si compone di un insieme molto diverso di esperienze: dalle camminate alle performance immersive, dagli incontri nel bosco alle arrampicate su roccia, dai concerti in notturna alle conferenze.
L’intento è, con questa varietà di esperienze, di toccare con mano i limiti della nostra capacità di partecipare all’esperienza del segno e di conoscenza dei luoghi incisi.
I LUOGHI della rassegna sono stati scelti uno ad uno, sono diversi, fuori e dentro i parchi archeologici, in un movimento di avvicinamento e allentamento dalle rocce incise, che possa giovare alla nostra capacità di fare esperienza di questa storia.
Instagram https://www.instagram.com/inciso.nellaterradeisegni/
Facebook https://www.facebook.com/Lagrammaticadellefigure
IL PROGRAMMA

///////////
La festa di INCISO
𝗣𝗲𝗿 𝗿𝗶𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗲 𝗱𝗶𝗿𝗰𝗶 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗲̀ 𝗮𝗻𝗱𝗮𝘁𝗮
📆 sabato 30 settembre | ore 18.00
📍 Parco Archeologico di Seradina Bedolina | Cemmo di Capo di Ponte BS
Ospite
𝗜𝗦𝗜𝗗𝗥𝗢 𝗙𝗘𝗥𝗥𝗘𝗥
𝗦𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗰𝗶𝗲𝗹𝗼
Introducono
Elena Turetti
Elisa Salvetti
Sergio Maggioni
Stefano Malosso
Una serata per dirci cosa abbiamo fatto e dove siamo arrivati, per chiedervi di partecipare e dire la vostra sulle cose viste, ascoltate, sulle cose fatte e da fare e desiderabili.
Con un ospite d’eccezione, ISIDRO FERRER, che ci accompagnerà dapprima nel suo mondo poetico fatto di invenzioni tipografiche e di immagini simboliche costruite con perizia e ironia e poi ci coinvolgerà attivamente nel racconto di come è nata Sotto lo stesso cielo, la serie di manifesti creata ad hoc per Inciso e pensati per entrare nelle nostre case.
Preparatevi per godervi la serata, portatevi una coperta, qualche cosa per coprirvi, e tanta voglia di partecipare: noi penseremo ad un piccolo aperitivo.
𝗜𝗦𝗜𝗗𝗥𝗢 𝗙𝗘𝗥𝗥𝗘𝗥 Nato a Madrid nel 1963, è una figura fondamentale nel campo della grafica contemporanea, creatore di uno stile originale che si contraddistingue per la forza delle immagini, l’ironia e la ricerca tipografica.
Il suo lavoro per importanti istituzioni culturali, marchi e case editrici internazionali ha ricevuto numerosi premi, tra cui il prestigioso Premio Nacional de Diseño nel 2002 e il Premio Nacional de Ilustración nel 2006. Molte delle immagini di Ferrer nascono attraverso un metodo originale: realizza nel suo studio vere e proprie sculture, spesso a partire da oggetti trovati, scarti di legno o metallo, e elementi apparentemente insignificanti, assemblati in modo da assumere forme inaspettate e sorprendenti. Nelle composizioni di Isidro Ferrer bastano tre punti disposti a triangolo per evocare un volto, delle sterpaglie una barba, un sellino di bicicletta il muso astuto di una volpe. Al crocevia tra ricerca artigianale, pratica fotografica e rielaborazione digitale, gli oggetti e i manifesti interagiscono tra loro creando immagini enigmatiche che, attraverso un linguaggio che non rinuncia alla semplicità, un sussurro che informa ma non impone, stimolano gli spettatori al gioco, all’illusione e alla riflessione.

///////////
𝗔𝗡𝗗𝗥𝗘𝗔 𝗠𝗢𝗥𝗢
linguista
𝗟𝗲 𝗹𝗶𝗻𝗴𝘂𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶: 𝗶𝗹 𝗰𝗲𝗿𝘃𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗲 𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗕𝗮𝗯𝗲𝗹𝗲
(talk)
📆 venerdì 29 settembre | ore 18.30
📍 Palazzo della Cultura | Via Garibaldi, Breno BS
introduce
Stefano Malosso, giornalista
ANDREA MORO, professore di Linguistica generale alla Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, studia il rapporto tra la struttura delle lingue umane e il cervello. È stato visiting scientist al MIT e alla Harvard University. È membro dell’Accademia Pontificia di Arti e Lettere. Progettando delle grammatiche artificiali, ha dimostrato che le regole del linguaggio non sono convenzioni arbitrarie ma sono limitate dall’architettura neurobiologica del cervello. Ha pubblicato saggi in varie lingue, tra cui “Breve storia del verbo essere” (Adelphi, 2006), “Le lingue impossibili” (Cortina, 2017) e “La razza e la lingua. Sei lezioni contro il razzismo” (La Nave di Teseo, 2019). Ha esordito nella narrativa con il romanzo “Il segreto di Pietramala” (La nave di Teseo, 2018) con il quale ha vinto il Premio Flaiano. Il suo ultimo volume è “I segreti delle parole” (La nave di Teseo, 2023) firmato con Noam Chomsky.
Comprendere la natura del linguaggio umano coincide con il circoscrivere la classe delle lingue umane possibili. Basandoci sulle grammatiche formali, la scienza contemporanea ha costruito esperimenti che hanno fatto fare passi avanti sorprendenti in questo appassionante dominio di ricerca arrivando a capire che i confini di Babele sono espressione della nostra struttura neurobiologica.
Il Palazzo Federici, oggi denominato Palazzo della Cultura, risale al XV secolo. La facciata settentrionale è decorata da un loggiato rinascimentale; per lungo tempo utilizzato come istituto scolastico, ha assunto il ruolo di centro culturale dopo un’importante opera di restauro. Aperto al pubblico accanto all’apertura della Biblioteca Comprensoriale, ospita al suo interno anche il centro Operativo del Sistema Bibliotecario di Valle Camonica, il Museo Camuno Camus, vari spazi espositivi e uno auditorium attrezzato, sede di numerose iniziative culturali del territorio.

///////////
𝗠𝗔𝗦𝗦𝗜𝗠𝗢 𝗭𝗔𝗠𝗕𝗢𝗡𝗜
musicista e scrittore
𝘽𝙚𝙨𝙩𝙞𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙨𝙚𝙡𝙫𝙖𝙩𝙞𝙘𝙤. 𝘼𝙥𝙥𝙪𝙣𝙩𝙞 𝙨𝙪𝙞 𝙧𝙞𝙩𝙤𝙧𝙣𝙞 𝙚 𝙨𝙪𝙜𝙡𝙞 𝙞𝙣𝙩𝙧𝙪𝙨𝙞
(reading e talk)
📆 domenica 24 settembre | ore 21.00
‼️𝗔𝗧𝗧𝗘𝗡𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘: a causa del meteo di questi giorni abbiamo deciso di spostare il nostro incontro dal Parco Archeologico dei Massi di Cemmo alla Pieve di San Siro, in Via Pieve, sempre a Cemmo di Capo di Ponte. Un altro luogo magico, un altro dono bellissimo ‼️
📍 Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte (Brescia)
> in caso di maltempo l’evento si svolgerà alla vicina Pieve di San Siro
Introduce e dialoga con l’artista
Stefano Malosso
Massimo Zamboni è nato a Reggio nell’Emilia nel 1957. È musicista, cantautore e scrittore. È stato chitarrista e compositore del gruppo punk rock italiano CCCP e dei CSI. Ha pubblicato, tra gli altri: “Emilia parabolica. Qua una volta era tutto mare” (2002); “In Mongolia in retromarcia” (2009); “Prove tecniche di resurrezione” (2011); “L’eco di uno sparo” (2015), “Anime galleggianti” (con Vasco Brondi, 2016), “Nessuna voce dentro. Un’estate a Berlino Ovest” (2017), “La macchia mongolica” (2020), “La trionferà” (2021), “Il libretto rozzo” (con Giovanni Lindo Ferretti, 2022) e “Bestiario selvatico”, edito da La nave di Teseo.
Sin dalle origini, gli esseri umani hanno vissuto fianco a fianco con gli animali. Con alcuni, addirittura, conviviamo da millenni. Al contrario, da quando la nostra società si è fatta industriale, abbiamo perso il contatto con quelli che chiamiamo selvatici. Il mondo che popolano, però, è anche il nostro. Anche nel nostro Paese possiamo trovare innumerevoli animali alloctoni, ossia intrusi, inseritisi più o meno a forza in un ambiente che non era il loro con conseguenze imprevedibili sull’ecosistema; oltre a ciò, sperimentiamo con sempre maggior evidenza una serie di ritorni inaspettati: animali selvatici che ritenevamo scomparsi dalle nostre parti sono tornati ad abitarle. In “Bestiario selvatico” Massimo Zamboni va alla ricerca di questi animali e degli uomini che con loro hanno a che fare, li osserva e li racconta, aiutato dai disegni di Stefano Schiaparelli, con la passione del naturalista, l’occhio attento dell’artista e la penna del grande scrittore, trasformando le loro storie in una metafora del nostro vivere.
Il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo è un’area non solo di grande suggestione per il contesto naturale, ma anche di particolare importanza nella storia degli studi dell’arte camuna. L’area dei due massi, precipitati dalla parete retrostante all’inizio dell’Olocene, risulta già frequentata nel Mesolitico e nel Neolitico, ma è trasformata in un vero e proprio santuario megalitico nell’età del Rame, quando i due massi furono incisi e la zona antistante venne circoscritta da tre solchi di aratura e arricchita da molte altre stele. Sui massi, oltre alle raffigurazioni di figure umane, caccia e aratura, compaiono centinaia di figure di animali, dai cervi dalle grandi corna ramificate agli stambecchi e ai lupi.

𝗔𝗡𝗗𝗥𝗘𝗔 𝗦𝗧𝗔𝗜𝗗
antropologo
𝗟’𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗮̀ 𝘀𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗮𝗶 𝗹𝘂𝗼𝗴𝗵𝗶.
𝗨𝗻 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗮𝗻𝘁𝗿𝗼𝗽𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗼
(talk)
📆 domenica 17 settembre | ore 18.30
📍Parco Archeologico di Luine, Darfo Boario Terme (Brescia)
Introduce
Stefano Malosso
Andrea Staid è docente di Antropologia culturale e visuale presso la Naba. Ha diretto per Meltemi la collana “Biblioteca Antropologia”. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo “Le nostre braccia” (Agenzia X, 2011), “I dannati della metropoli” (Milieu, 2014), “Gli arditi del popolo” (Milieu, 2015), “Abitare illegale” (Milieu, 2017), “Contro la gerarchia e il dominio” (Meltemi, 2018) e “Essere natura” (Utet, 2022). I suoi libri sono tradotti in Grecia e Spagna e adottati in varie facoltà universitarie.
Abitare significa caricare un luogo di desideri, sogni o ricordi, in modo da potersi riconoscere in esso. E l’uomo è un animale che si nutre di simboli e crea rapporti inscritti nello spazio e nel tempo. Per questo è importante comprendere come l’arte e il gesto artistico modulano e plasmano il luogo in cui si inseriscono, cambiandolo da e per migliaia di anni.
Il luogo scelto è il Parco di Luine di Darfo Boario Terme, area archeologica che ha restituito, oltre alle numerose incisioni rupestri, resti di probabili luoghi di culto, fondi di capanna e strutture murarie a secco, che potrebbero testimoniare la presenza di un santuario usato da una o più comunità preistoriche per svolgere cerimonie collettive. Un sito storico che conta oltre cento pannelli istoriati con alcune tra le più antiche incisioni rupestri del ciclo camuno, risalenti al periodo mesolitico, forse eseguite da cacciatori seminomadi che hanno concepito la vallata come territorio di caccia sul finire delle grandi glaciazioni.

𝗦𝗧𝗘𝗙𝗔𝗡𝗢 𝗕𝗢𝗡𝗜
antropologo
𝙃𝙊𝙈𝙊 𝘾𝙊𝙈𝙁𝙊𝙍𝙏
𝙄𝙡 𝙨𝙪𝙥𝙚𝙧𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙩𝙚𝙘𝙣𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙘𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙖𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙚 𝙡𝙚 𝙨𝙪𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙚𝙜𝙪𝙚𝙣𝙯𝙚
(conversazione)
📆 domenica 17 settembre | ore 10.00
📍Casa Rurale, località Piè, Capo di Ponte (Brescia)
Introduce
Elisa Salvetti
Parcheggio auto: zona Chiesa delle Sante, Via Sante, Capo di Ponte
Percorso a piedi per raggiungere Pié: 15 minuti su strada sterrata e sentiero
Posti a sedere: ci siederemo insieme nel prato antistante la casa.
Il sentiero e il terreno dove si svolgerà l’incontro potrebbero essere umidi, perciò è necessario
attrezzarsi con scarpe, coperte e abbigliamento adatti.
Ingresso gratuito, non è necessaria la prenotazione.
In caso di maltempo l’evento si svolgerà presso il B&B Casa Visnenza in Via S.Faustino 7, a Capo
di Ponte.
Stefano Boni si è dottorato a Oxford in antropologia e ha svolto ricerche sul campo prima in Ghana, poi in Venezuela e Italia. Attualmente insegna Antropologia politica presso le Università di Modena e Reggio Emilia. Autore di numerosi saggi, tra cui Le Strutture della disuguaglianza (2003), Il poder popular nel Venezuela socialista del secolo XXI (2017) ed Etnografie militanti (2021), con Amalia Rossi e Alexander Koensler, presso elèuthera ha inoltre pubblicato Vivere senza padroni, antropologia della sovversione quotidiana (2006), Culture e poteri, un approccio antropologico (nuova edizione 2022), Homo comfort (nuova edizione 2019) e Orizzontale e verticale. Le figure del potere (2021).
Interrogare la comodità, individuare i suoi effetti collaterali, per lo più ignorati o sottaciuti, scuote le fondamenta di quello che riteniamo il nostro irrinunciabile benessere sensoriale, consentendoci di cogliere non solo quello che abbiamo ottenuto ma anche quello che abbiamo irrimediabilmente perduto. La vita comoda piace a tutti, ma è proprio questa accettazione generale e acritica che va investigata per comprendere i cambiamenti epocali indotti dall’imperante ipertecnologia. Prepotentemente entrata nella nostra routine quotidiana, la comodità è diventata non solo uno stile di vita ma anche un modo di conoscere che ha plasmato la cultura materiale, i processi cognitivi e gli stessi modelli valutativi. Si configura dunque come un fatto sociale totale che ci consente di indagare la cesura antropologica che ha dato vita – quanto meno nel mondo occidentale e occidentalizzato – a una forma inedita di umanità: l’Homo comfort. Un’umanità che va liberandosi della fatica e del dolore, ma che al contempo accetta in contropartita un malessere esistenziale sempre più diffuso, insieme alla perdita di facoltà sensoriali e abilità conoscitive, costruite nel corso dei secoli, che la rendono sempre più dipendente da una tecnologia onnipresente di cui ha scarsa o nulla cognizione.
Il luogo scelto è una casa immersa nel verde, nella località di Piè a Capo di Ponte, un luogo che riporta a storie antiche e vite che abbiamo dimenticato, di cui portiamo però con noi, forse, dei gesti, degli intenti, degli istinti. Un luogo che, come l’ospite che ascolteremo, ci porta a domandarci come eravamo, e cosa stiamo diventando.

𝗖𝗔𝗧𝗘𝗥𝗜𝗡𝗔 𝗚𝗢𝗕𝗕𝗜
artista
𝘿𝙞𝙖𝙡𝙤𝙜𝙝𝙞 𝙖𝙢𝙗𝙞𝙚𝙣𝙩𝙖𝙡𝙞
(performance sonora in arrampicata)
📆 sabato 16 settembre | ore 16.30
📍 Riserva naturale delle incisioni rupestri di Nadro Ceto Cimbergo Paspardo (Brescia)
(località Campanine – Figna)
Geolocalizzazione: https://goo.gl/maps/txGAD9CEKHzVuv97A
Partendo dal parcheggio:
https://maps.app.goo.gl/9fo2ijoVPKoVCwom8?g_st=iw
si troveranno una serie di frecce e indicazioni per raggiungere il luogo della performance, raggiungibile in una ventina di minuti di comoda camminata
Introduce
Sergio Maggioni
Per assistere alla performance è consigliata la prenotazione:
inciso.nellaterradeisegni@gmail.com
Caterina Gobbi è nata a Ginevra nel 1988 e attualmente vive e lavora in Valle d’Aosta. Artista, performer e DJ, si è laureata al Royal College of Art di Londra nel 2018. Infuenzata da studi e ricerche che intrecciano visioni ecofemministe, idrofemministe e forme di attivismo promosse in ambito di ecologia politica, la sua ricerca è particolarmente interessata alla mediazione che l’elemento sonoro attiva nel rapporto tra tra gli esseri umani e l’ambiente circostante.
Le incisioni rupestri della Valle Camonica ci offrono rappresentazioni suggestive in cui onde o auree sembrano avvolgere la testa degli individui, simboleggiando forse una percezione del suono più ampia e generativa.
Il legame tra la percezione del suono, i movimenti del corpo e le connessioni simboliche nelle rappresentazioni artistiche in Vallecamonica hanno suggerito all’artista Caterina Gobbi una performance studiata specificatamente per il luogo ospitante che prevede un’attivazione sonora all’interno di una nicchia della Riserva Naturale delle Incisioni rupestri di Ceto, delineata da imponenti blocchi rocciosi.
Tre performer si muoveranno sfruttando le pareti e i massi da arrampicata presenti nell’ambiente. Ciascun performer indosserà una o due casse audio, dalle quali verrà trasmesso in tempo reale il mix sonoro. Il risultato sarà un’esperienza di sinergia tra il movimento corporeo dei performer e il dinamismo del suono, ottenendo così una sensazione di tridimensionalità immergendo totalmente il pubblico nella materialità del suono.
La performance è in sinergia con Graffiti Climber ed è ospitata all’interno di Boulder dei Pitoti – festival di arrampicata, Bouldering, yoga e highline.

𝗦𝗜𝗠𝗢𝗡𝗘 𝗕𝗘𝗡𝗘𝗩𝗘𝗡𝗧𝗜
percussionista
Nine Bells
(performance sonora / installaizone)
📆 sabato 9 settembre | ore 19.00
📍 Parco di Bedolina e Seradina – Capo di Ponte BS
INDICAZIONI
Per la fruizione è consigliato vestirsi comodi portare una coperta e un lanternino.
CREDITI
Le strutture della installazione sono state realizzate da Ducom Design
Sabato 9 settembre alle ore 19:00 (all’imbrunire) ci sarà una performance sonora di 𝗦𝗜𝗠𝗢𝗡𝗘 𝗕𝗘𝗡𝗘𝗩𝗘𝗡𝗧𝗜 al Parco Archeologico di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte).
L’artista per INCISO ha studiato una performance pensata specificatamente per il luogo ospitante.
Dopo una lunga esplorazione compiuta nel maggio 2023 Beneventi è rimasto colpito dalla curiosa similitudine del tracciato compositivo di “Nine Bells” del compositore Tom Johnson con la rosa camuna incisa sulla Mappa di Bedolina.
“Nine Bells” è una composizione scritta nel 1979 da Tom Johnson, dove esplora le molteplici combinazioni di 9 campane sospese in una griglia 3 × 3, dove ogni campana è situata a circa 2 metri di distanza dalle altre.
La performance avrà luogo al tramonto durante la fase crepuscolare che accompagnerà lo spettatore dalla luce al buio.

𝗣𝗔𝗢𝗟𝗢 𝗠𝗔𝗥𝗜𝗔 𝗖𝗟𝗘𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘
Psicoterapeuta e insegnante
𝗚𝗥𝗨𝗣𝗣𝗢 𝗟𝗨𝗣𝗢 𝗘 𝗖𝗢𝗡𝗧𝗔𝗗𝗜𝗡𝗢
𝘗𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘥𝘦𝘳𝘪𝘷𝘢, 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘰𝘦𝘴𝘪𝘢
(esperienza di deriva)
📆 9 e 10 settembre 2023 | ore 7.00
📍Pescarzo, Località PiàD’Ort – Capo di Ponte BS
Introduce Elisa Salvetti
– Parcheggio auto gratuito: Via Don Alberto Baccanelli Pescarzo oppure Piazza Caduti Pescarzo
– Luogo di ritrovo: Ingresso Casa alpina, Via Ronchi, Pescarzo
– I sentieri dove si svolgerà la passeggiata potrebbero essere umidi e scoscesi, perciò è necessario attrezzarsi con scarpe e attrezzatura adatta (pantaloni lunghi, borraccia, se si vuole bacchette).
– La camminata potrebbe uscire dai percorsi noti, quindi chiediamo massima attenzione e tanto spirito d’avventura.
Ingresso gratuito, è necessaria la prenotazione (massimo 20 persone per gruppo) alla mail inciso.nellaterradeisegni@gmail.com
La deriva è una passeggiata vigile. È stare fuori dai percorsi tracciati, con curiosità da bambini. Avvertire una vicinanza creativa con quegli antichi visionari che incisero le pietre. È un’esplorazione senza mappa, guidata dal momento presente, attraverso quelli che vengono chiamati “segni”: piccoli eventi casuali che appaiono improvvisamente a indicare la strada. La deriva è un modo giocoso per avvicinarsi all’ “anima del mondo”. È una visione della realtà come intreccio di “simpatie”, in cui tutto – Tutto – diventa vita, incontro.
Il luogo scelto è fuori dai consueti percorsi istoriati, lontano dai Parchi più conosciuti, a testimonianza di un patrimonio, quello dell’arte rupestre, diffuso, puntiforme, complesso. Si parte dal borgo di Pescarzo, frazione di Capo di Ponte, per esplorare insieme, con l’esperienza della deriva, senza guide o percorsi tracciati, i sentieri che percorrono la zona di Pià d’Ort.
Con noi Paolo Maria Clemente, psicologo, psicoterapeuta e insegnante, autore del testo “La deriva. Istruzioni per perdersi”; Antonello Palladino, ingegnere ambientale e autore del gioco: “Il Grande Clic, Laboratorio di Gioco semi-serio per la Trasformazione del Mondo”; Damiano Ferraretti, contadino e ideatore di eventi per l’Associazione Culturale Lupo APS. Gruppo Lupo e Contadino.
Numero chiuso
Iscrizione obbligatoria
✍🏼 inciso.nellaterradeisegni@gmail.com

𝗞𝗜𝗧𝗧𝗬 𝗖𝗥𝗢𝗪𝗧𝗛𝗘𝗥
illustratrice
𝘌𝘹𝘵𝘳𝘢𝘱𝘰𝘭𝘦𝘳 𝘶𝘯𝘦 𝘧𝘰𝘳𝘮𝘦
(performance)
📆 domenica 3 settembre | ore 21.00
📍 Centro Ca’Mon, Via Imavilla 3 – Monno BS
Kitty Crowther è una celebre illustratrice e scrittrice che sa osservare con sguardo sensibile la vita di tutti i giorni, cogliendone i dettagli nascosti, con una capacità tutta sua di esplorare il mondo naturale, le altre culture, il mistero. Dopo gli studi presso rinomate accademie e istituti artistici ha iniziato a costruire un lunghissimo curriculum di libri tradotti in oltre 20 lingue, vere e proprie opere d’arte.
3 SETTEMBRE 2023 ORE 21
KITTY CROWTHER
ILLUSTRATRICE
PERFORMANCE | CA’MON, MONNO (BS)
_
9 SETTEMBRE ORE 19
SIMONE BENEVENTI
MUSICISTA
PERFORMANCE | PARCO DI SERADINA BEDOLINA CEMMO DI CAPODIPONTE (BS)
_
9 E 10 SETTEMBRE ORE 7
PAOLO MARIA CLEMENTE E LUPO E CONTADINO
PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA
PRATICHE DI DERIVA | PIA’ D’ORT, PESCARZO DI CAPODIPONTE (BS)
_
16 SETTEMBRE 2023 ORE 16.30
CATERINA GOBBI
ARTISTA
PERFORMANCE IN ARRAMPICATA | RISERVA NATURALE DELLE INCISIONI RUPESTRI DI NADRO CETO CIMBERGO PASPARDO (BS)
_
17 SETTEMBRE 2023 ORE 10
STEFANO BONI
ANTROPOLOGO
CONVERSAZIONE | CASA RURALE, PIE’, CAPODIPONTE (BS)
_
17 SETTEMBRE 2023 ORE 18.30
ANDREA STAID
ANTROPOLOGO
CONVERSAZIONE | PARCO DI LUINE DARFO BOARIO TERME (BS)
_
24 SETTEMBRE 2023 ORE 21
MASSIMO ZAMBONI
MUSICISTA E SCRITTORE
READING | PARCO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DEI MASSI DI CEMMO CAPODIPONTE (BS)
_
29 SETTEMBRE ORE 21
ANDREA MORO
GIUSEPPINA RUGGIERO
CONFERENZA | PALAZZO DELLA CULTURA BRENO (BS)
_
30 SETTEMBRE ORE 18
GRANDE FESTA FINALE SOTTO LE STELLE
ISIDRO FERRER
PRESENTAZIONE MANIFESTI D’ARTE | PARCO DI BEDOLINA SERADINA CEMMO DI CAPODIPONTE (BS)
Instagram https://www.instagram.com/inciso.nellaterradeisegni/
Facebook https://www.facebook.com/Lagrammaticadellefigure

INCISO / concept
Le rocce incise della Valle Camonica sono state riconosciute nel lontano 1979 come patrimonio dell’umanità per l’unicità, per la natura esemplare del caso Valle Camonica rispetto ad altri siti archeologici, per la densità di incisioni rinvenute nello stesso luogo.
Sono passati più di quarant’anni, le attività di scavo e di scoperta non si sono mai interrotte, sono nati i parchi dell’arte rupestre, sono cambiati i modi, le tecnologie, i tempi del fare ricerca e mutate di conseguenza le interpretazioni scientifiche formulate da ricercatori e studiosi, si sono intrecciate le visioni di archeologi, geologi, paleontologi e antropologi.
E le domande si son fatte più grandi.
Tenuto in debito conto del mutato panorama di studi, ci siamo chiesti come muovere un nuovo sguardo sulle rocce, come rimettere in discussione la nostra relazione con i segni in quanto umani, come ripartire dalla forza evocativa di una roccia incisa immersa nel paesaggio.
Da questa riflessione è nata dapprima la necessità di ritornare sulle rocce, di frequentarle, di riappropriarsi della varietà e ricchezza dei segni diffusi su tutto il territorio, fuori e dentro i parchi, di immaginarli in relazione stretta con l’ambiente che li circonda, l’ambiente in cui sono immersi e i panorami a cui guardano. Le rocce sono diventate luoghi di cui riappropriarsi (lo stesso processo che faremmo con il centro storico abbandonato di un paese) e i segni una grammatica con cui giocare.
Solo che in questo caso non si tratta di riscoprire un luogo abbandonato ma di riconnettersi con un luogo disconosciuto, perchè ciò che ci troviamo dinnanzi agli occhi pare non avere alcuna relazione con il nostro modo di scrivere, disegnare, comunicare oggi. E sembra muovere da intenzioni e presupposti così diversi da rendere questi segni irriconoscibili. Perchè non ripassare di lì assieme? Potremmo forse scoprire di avere molto in comune con questi segni.
Per rimettere in discussione la posizione con cui ci si può avvicinare a questi luoghi abbiamo immaginato di coinvolgere diversi autori nell’ambito dell’arte, della letteratura, del design, della musica, delle scienze per far emergere una riflessione interdisciplinare e mettere a punto una serie di pratiche nel paesaggio capaci
di ribaltare il punto di vista, le modalità di approdo alle rocce incise e di partecipazione all’esperienza del segno.
Le figure appaiono incise su pietra senza alcuna apparente gerarchia, sulla stessa roccia stanno figure grandissime e piccolissime, in una direzione o in quella opposta, da est o da ovest, in un verso o il contrario, sotto-sopra e viceversa, evidenti o nascoste.
Stando sulle rocce si arriva a pensare che quel che c’è, quel che si vede e quel che si è consumato nel tempo siano ugualmente importanti, poiché essere pietra ha a che fare con due parole-forza, perituro e imperituro. Essere pietra ed essere figura si accordano quando essere figura significa svanire o resistere. Inoltre, le figure pietra accadono e reagiscono al cambiare della luce, alla presenza o assenza d’acqua, assecondano concavità o convessità della roccia. Talune figure paiono il risultato di un processo complesso e lungo di incisione, stratificando tracce diverse. Forse le figure erano concepite per accadere e non solo per rimanere. E forse non esisteva onere di finitudine.
Come muovere dunque il nostro sguardo sulle pietre incise?
E’ sufficiente parlare di visione o è meglio parlare di immersione in un paesaggio sonoro e visivo?
Vi proponiamo di partire dall’accettazione che tutto quel che non sappiamo e che non possiamo immaginare dei motivi e delle modalità con cui i nostri antenati hanno scelto, frequentato e inciso quei luoghi, possa diventare per noi oggi un buon motivo di ritorno e di interrogazione di questi luoghi.
Buon ritorno ai luoghi dell’infanzia dell’umanità.

PROGRAMMA A CURA DI
Sergio Maggioni
Stefano Malosso
Elisa Salvetti
Elena Turetti
CONTATTI
Mail: turettielena@gmail.com – inciso.nellaterradeisegni@gmail.com
Cell: 348.5610399
Programma realizzato nell’ambito del progetto “Nella terra dei segni”, realizzato da Spicca Associazione Culturale con Oltreconfine Associazione Culturale, l’Agenzia Turistico Culturale Comunale di Capo di Ponte, Associazione Culturale ECHITONALI e la Direzione Regionale Musei Lombardia.
Finanziato da Fondazione Cariplo sul Bando Capitale della Cultura 2023 e dal Servizio Cultura e Valorizzazione del Territorio della Comunità Montana di Valle Camonica Tavolo Unesco.