Il 3 e 4 luglio è un weekend importante per Falìa* 2020: ci sarà la presentazione ufficiale di tutti i lavori e del catalogo delle opere realizzate dagli artisti in residenza durante la terza edizione di falía*Artists In Residence, accompagnata da una giornata di visite attraverso le quattro frazioni di Lozio alla scoperta dei diversi lavori realizzati a partire dal 2018.
Per l’occasione abbiamo intervistato Alice Vangelisti, ideatrice e anima del progetto.
Ecco cosa ci ha raccontato…
Iniziamo con un breve riassunto delle puntate precedenti: cos’è falía*? Da quanto è nata e quali obiettivi si prefigge e ha raggiunto nel corso degli anni?
falía* nasce nel 2018 a partire dal mio progetto di tesi del biennio specialistico in Comunicazione e Didattica dell’Arte presso l’Accademia Santa Giulia di Brescia. Doveva essere una semplice indagine sul tema delle residenze artistiche, ma il mio relatore di tesi Alessandro Mancassola mi ha incoraggiato a creare un progetto reale e concreto che potesse rendere conto del mio punto di vista riguardo a ciò. Oltre all’arte contemporanea, uno dei punti essenziali già in fase di progettazione era che la residenza avrebbe dovuto avere luogo in Valle Camonica, territorio a cui sono profondamente legata per via delle mie origini. Per questo anche il nome trae spunto da una parola del dialetto camuno che mi aveva incuriosito. Infatti, falía significa sia scintilla sia piccolo fiocco di neve: due significati agli antipodi che però se si scava più a fondo si scopre come in realtà siano molto vicini in quanto in entrambi i casi si trasmette l’idea di un elemento piccolo che dà il via a qualcosa. Così doveva essere anche il progetto che volevo creare: una piccola scintilla che potesse attivare un meccanismo di valorizzazione reciproca tra arte e territorio, creando continuamente connessioni che potessero arricchirla nel tempo. Alla fine è stato così: al termine del primo anno, mi è stato richiesto di proseguire con il progetto tanto che nel 2020 è nata qui a Lozio l’associazione che gestisce direttamente la residenza e che ha l’obiettivo di favorire connessioni tra arte, cultura e territorio.
Lozio è un elemento fondamentale di questo progetto. Ci racconti come sei arrivata qui e qual è la forza e il potenziale di questo luogo? Il vostro intervento ha in qualche modo modificato la morfologia, anche da un punto di vista umano, di questo territorio?
Fin dall’inizio della mia ricerca come critico e curatore ho cercato di sviluppare un dialogo tra arte contemporanea e territorio, affinché possa nascere una connessione che vada al di là della relazione che si instaura con i classici luoghi deputati all’arte, spostando quindi le logiche che tendono ad accentrarla all’interno delle grandi città. In realtà il mio arrivo a Lozio non è stato casuale: conosco questo paese sin da quando ero piccola ed è stato un po’ come ritornare alle origini. Ho avuto quindi la fortuna di incontrare persone che fin da subito hanno compreso il progetto, sostenendolo in pieno nonostante fosse qualcosa di completamente estraneo alle logiche di questo paese. Infatti questa per me è stata una sfida non indifferente: portare l’arte contemporanea in un piccolo paese di montagna come Lozio non sembrava per niente facile anche perché tendenzialmente si è portati a pensare a questi contesti come luoghi chiusi su sé stessi. Ma in realtà mi aspettava una dimensione completamente diversa: la comunità ci ha accolti a braccia aperte e posso dire tranquillamente che Lozio adesso è casa. Questo aspetto di accoglienza e di completa apertura è uno dei punti essenziali dell’intero progetto: gli artisti fin dal loro arrivo si sentono coinvolti in una comunità che amo definire mista, tra abitanti locali e abitanti temporanei. Non è quindi solo un’esperienza a livello professionale, ma anche e soprattutto personale. Infatti, spesso si creano dei legami tali che anche una volta finita la residenza, gli artisti ritornano a Lozio. E quando questo accade, posso dire che sento che l’operazione che abbiamo sviluppato ha funzionato: l’artista non è più solo una presenza di passaggio, ma vivendo il territorio ne è entrato a far parte e sente il bisogno di tornare. Allo stesso tempo in paese si crea una dimensione di attesa: si attende il loro ritorno ma anche l’arrivo dei nuovi artisti, che permette così di creare una complessa rete di rapporti umani che sembrerebbero impossibili – anche solo per via dei limiti geografici, visto che gli artisti provengono da tutta Italia e in alcuni casi anche dall’estero. In questo modo, si attiva una rivalutazione di un paese che sta subendo negli ultimi anni un processo di spopolamento non da poco, ma l’idea è quella che tramite l’inserimento di opere d’arte contemporanea e tramite la riscoperta della bellezza di questa realtà possa innescarsi un meccanismo di valorizzazione e promozione di un luogo che ha ancora tanto da raccontare e da offrire.
Il 3 e il 4 luglio saranno due giornate dedicate a presentare il lavoro e il catalogo del 2020 e a conoscere le opere site-specific disseminate per il territorio di Lozio. Cosa dobbiamo aspettarci? Come siete organizzati?
Di solito tendiamo a presentare il lavoro degli artisti con il catalogo generale delle opere al termine dell’esperienza in residenza, ma lo scorso anno è stato abbastanza complesso per via della pandemia e abbiamo quindi deciso di spostare il tutto a quest’estate, chiudendo così il ciclo delle residenze 2020 e inaugurando quelle del 2021. Inoltre, la Casa-Museo all’interno della quale sono conservati molti dei lavori degli artisti, riaprirà in seguito a dei lavori di ristrutturazione e risistemazione e così queste due giornate diventano l’occasione anche per presentarli al pubblico. Il sabato sarà l’inaugurazione in Museo, con la presentazione delle opere e del catalogo anche in presenza degli artisti, che potranno così interagire con il pubblico per raccontare della loro esperienza a Lozio e dei loro lavori. Ovviamente gli ingressi saranno contingentati per rispettare le norme Covid, ma ci teniamo che si instauri un legame tra artista e visitatore. La domenica invece condurremo il pubblico lungo i sentieri che uniscono le 4 frazioni di Lozio, andando alla scoperta delle opere che negli anni sono state installate al di fuori del Museo. Diventerà così un modo non solo per conoscere i lavori degli artisti ma anche per esplorare Lozio, in una promozione e valorizzazione che va di pari passo tra arte contemporanea e territorio.
Raccontaci un po’ – senza rovinarci la sorpresa – gli artisti e le opere del 2020. Quali istanze portano con sé, con quali linguaggi le esprimono?
I lavori sono molto vari sia dal punto di vista dei temi che dei linguaggi utilizzati. Sicuramente uno degli aspetti più interessanti è vedere come ogni artista con il proprio bagaglio di esperienze professionali e personali interagisca con il luogo dandone una lettura spesso inaspettata per chi lo vive tutti i giorni. Così poi esprimono questo loro legame con Lozio attraverso il mezzo a loro più congeniale – che sia esso fotografia, performance, scultura oppure pittura. Il luogo in questo si mostra attraverso una reinterpretazione artistica, che porta con sé tutta una serie di significati. Infatti, il territorio non è inteso solo da punto di vista paesaggistico e naturalistico, ma è composto da una stratificazione ben più complessa fatta di rapporti umani e sociali, tradizioni e cultura, memorie e storia.
Perché non possiamo perderci assolutamente la due giorni di falía*?
Le opere che gli artisti realizzano rimangono esposte in maniera permanente, ma difficilmente è possibile parlare direttamente con chi le ha create. Si tratta quindi di un’occasione abbastanza unica, che permette in questo modo di instaurare un dialogo per indagare più a fondo nelle radici dei diversi progetti.
Programma
SABATO
3 luglio 2021
* ore 15.30 presentazione di falía* Artists In Residence 2020 presso la Casa-Museo della Gente di Lozio (frazione di Villa di Lozio) in presenza delle istituzioni e della curatrice Alice Vangelisti e inaugurazione della nuova edizione della residenza
* ore 16.00 presentazione del catalogo falía* 2020
visita alle opere in museo insieme alla curatrice e agli artisti
* ore 17.30 brindisi presso l’Azienda Agricola Luna Piena (frazione di Villa di Lozio)
Programma
DOMENICA
4 luglio 2021
* ore 8.30 partenza da Villa di Lozio – ritrovo presso casa falía* in via Adua 9
percorso: Villa di Lozio – Sommaprada seguendo la Strada della Sella, passando anche per la chiesetta di Santa Cristina e la cava di Sommaprada
* ore 11.00 partenza da Sommaprada – ritrovo presso la chiesa di San Giovanni Battista
percorso: Sommaprada – Laveno
* ore 12.00 partenza da Laveno – ritrovo presso il Bar Tana dei Luf
percorso: Laveno – Panchina Gigante seguendo il Sentiero del Trecciolino
* ore 13.00 pranzo al sacco alla Panchina Gigante
* ore 13.45 partenza dalla Panchina Gigante
percorso: Panchina Gigante – Sucinva seguendo il Sentiero Natura con rientro a Villa seguendo la Strada di Tolbes
* Per entrare nella Casa-Museo è obbligatorio essere muniti di mascherina e gli ingressi saranno contingentati nel rispetto delle normative Covid
* Per la giornata del 4 luglio è consigliato un abbigliamento comodo (livello di difficoltà: medio) ed è gradita la prenotazione scrivendo a falia.associazione@gmail.com
* In caso di maltempo la camminata lungo i sentieri sarà rimandata a data da destinare
* Per ulteriori informazioni e dettagli, scrivere a falia.associazione@gmail.com