La patapa di Monno
un antico scrigno di bontà per la montagna
domenica 23 luglio 2023
Centro Ca’Mon | Via Imavilla 5 | Monno BS
(comunicato stampa)
Un tubero, una patata, un antico scrigno di bontà per la montagna da cui è nato un nuovo prodotto, un grissino artigianale fatto con le patape.
Così chiamano da queste parti le patate, una parola speciale nella bocca degli abitanti di Monno, perché grazie alle patape, o in virtù della loro coltivazione da tempi antichissimi a queste quote (Monno è situato in alta Valle Camonica a 1000m slm), gli abitanti di questo piccolo paese hanno sviluppato una tradizione di conservazione e trasformazione della patata di tutto rispetto.
Una molteplicità di ricette, e quindi anche di occasioni rituali, per trasformare la loro materia regina in un nuovo sapore, e per noi oggi in una nuova esperienza.
A svilupparla ci ha pensato il Centro di Comunità per l’arte e l’artigianato – Ca’Mon – aperto nel cuore del paese nel 2021 dal Comune di Monno con la Cooperativa Sociale Il Cardo di Edolo e la Comunità Montana di Valle Camonica. L’intento è stato quello di salvare una coltivazione e la sua storia promuovendo un’azione comunitaria di recupero dei terreni e di innovazione delle produzioni agro-alimentari.
Per farlo si è costruita una rete di collaborazione, innanzitutto con le donne del paese, le mani che hanno per prime fatto fiorire una costellazione di sapori diversi da una materia madre, la patapa; poi gli agricoltori e i loro campi di famiglia, e da qui una forneria artigianale, Salvetti1885, che ha messo a disposizione la sua competenza tecnica. Ciascuna delle persone coinvolte ha portato un pezzo della sua esperienza e ha trasformato quello che sembrava un desiderio in una realtà.
L’agricoltura comunitaria si fa con le persone, è un processo lungo ma solido, per Ca’mon, che ha fatto del legame con la comunità e con il paesaggio un cardine del suo operato, è un obiettivo concreto su cui lavora ogni giorno.
Le produzioni saranno messe in commercio presso il Centro Ca’Mon e nei negozi Salvetti1885 di Malonno, Vezza d’Oglio, Temù, ed Esine a partire dal mese di settembre.
Il Centro Ca’Mon invita tutti a partecipare a questa giornata di presentazione dei nuovi Grissini di patape di Monno e di condivisione di un progetto a lungo termine perché anche voi possiate farne parte.
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA
IL GRUPPO DI LAVORO
Ca’Mon - Centro di comunità per l’arte e l’artigianato
Ca’Mon è un luogo di scambio tra saperi intellettuali e saperi manuali, ma anche un luogo di formazione, dotato di spazi adibiti a laboratorio dove lavorano e si incontrano artigiani, artisti e più in generale autori e ricercatori, insieme a quei giovani della valle che hanno voglia di confrontarsi coi saperi materiali e immateriali del territorio, ma che hanno anche voglia di confrontarsi col contesto artistico e culturale contemporaneo. Quest’ultimo aspetto è rappresentato dalle esperienze portate dai vari autori che sono invitati in residenza e che sono chiamati a confrontarsi con il territorio, con i suoi saperi, e con le genti che lo abitano |
La Direzione Artistica è stata affidata all’artista Stefano Boccalini. |
La sua nascita ha dato il via ad un processo di rigenerazione del borgo e del territorio in cui è inserito, facendo leva su un tema chiave della nostra contemporaneità: l’accrescimento e la salvaguardia della biodiversità in ogni forma quale perno capace di connettere l’agricoltura di prossimità, le produzioni agro-alimentari, la fruizione lenta e itinerante del territorio, la cultura del territorio, il welfare comunitario, le pratiche artigianali.
Un percorso di rigenerazione avente come fulcro propulsore il processo di salvaguardia partecipata del proprio paesaggio quale prassi capace di scavare nei significati e valori sottesi alla vita di una comunità, di farli emergere, di risignificarli per le nuove e vecchie generazioni e di attivare reazioni a catena, negli ambiti agricoli, agro-alimentare e turistico. Mentre gli anziani del paese non si rassegnano all’abbandono nonostante la loro capacità di azione si sia ridotta, i giovani riprendono a lavorare la terra per scelta, con modalità nuove e slegate dalle logiche di un’economia di sussistenza. Un rapporto con la terra che attira e potrebbe attirare nuovi abitanti, catturati da un luogo, dalla sua salubrità per sentirsi parte di un ecosistema fondato su reciprocità e collaborazione.
Ca’Mon ha già lavorato a più riprese sulla cultura del cibo e in diverse modalità:
• La costituzione presso il centro comunitario di una raccolta di semi su iniziativa di un gruppo informale di donne e uomini dediti all’orticoltura famigliare che si allarga e produce scambi di varietà e competenze ad ogni giro del calendario agrario
• Un progetto di documentazione e narrazione dei saperi immateriali sottesi all’orticoltura famigliare, nella sua dimensione domestica e comunitaria, attraverso l’illustrazione e la fotografia, che è scaturito nel 2023 in un libro edito dalla cooperativa Il Cardo “Nell’Orto”
• L’organizzazione della prima giornata di salvaguardia del patrimonio alimentare alpino in collaborazione con l’Archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia con il coinvolgimento di comunità del cibo provenienti da diverse zone delle Alpi lombarde, piemontesi, trentine.
• La semina e raccolta comunitaria delle patate varietà simbolo della tradizione culinaria di Monno tradotta in un serie di ricette altrove e di pratiche di coltivazione e conservazione dei frutti e riproduzione delle sementi adatte alla quota altimetrica e alla breve durata della stagione calda.
• La collaborazione con Unimont, Università della Montagna, Laurea magistrale in Valorizzazione e Sviluppo Sostenibile della Montagna, per il workshop con il prof. Bill Slee “The challenges of social innovation in rural and mountain areas”.
Abbiamo immaginato di poter scegliere come centro del processo di salvaguardia partecipata del paesaggio una pratica cardine per la comunità, la coltivazione della patata (patapa in dialetto), coltura simbolo della tradizione culinaria di Monno, tradotta in un serie di ricette altrove scomparse, quali le piode, le fladarde, i casuncei e custodita dalla comunità, in forma residuale da un punto di vista economico, ma centrale da un punto di vista identitario e del senso di appartenenza, tanto da dar vita ogni anno alla festa della patata.
Abbiamo immaginato di rinnovare questa pratica con la concezione di nuovi prodotti agro-alimentari in collaborazione con gli artigiani del territorio e diverse realtà del territorio che si occupano di valorizzazione delle produzioni locali e cultura del cibo: i Grissini di patape di Monno non sono che il primo passo.
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Salvetti1885
Pane, montagna e persone. Ecco i tre pilastri della filosofia di Salvetti1885, brand nato e cresciuto tra le Alpi grazie all’autentica passione di una famiglia di fornai.
Crediamo che per fare del buon pane non bastino gli ingredienti migliori: servono anche il giusto tempo e una solida esperienza. Con grande cura verso i principi della sana alimentazione, portiamo avanti quotidianamente un’attenta ricerca su materie prime tradizionali e di grande qualità. Da anni abbiamo scelto di evitare l’impiego di farine 0 e 00, mentre investiamo nella riscoperta dei cereali antichi. La segale presente nei nostri prodotti è interamente coltivata e macinata in Valle Camonica, la nostra terra di origine, grazie allo sviluppo di una rete autentica e di una filiera corta.
Il nostro legame con la montagna ha le sue radici nel primo, piccolo forno, nato nel 1885 a Malonno, borgo alpino incastonato tra le montagne della provincia di Brescia. È la montagna ad ispirare i valori del nostro brand, che giorno dopo giorno impasta la tradizione di boschi di castagno, vallate di conifere e coltivazioni tradizionali in quota. Le cime innevate riempiono il nostro sguardo sul mondo e alle stesse cime torniamo non appena finito il lavoro, calzando scarponi resistenti e conservando negli zaini il dolce tipico della nostra terra: la spongada.
Valle Camonica in Tavola
La Valle Camonica si apparecchia su una tavola straordinariamente ricca e variegata: i prodotti e gli ingredienti sono quelli della terra di montagna, mentre le tradizioni culinarie e le ricette sgorgano dalla storia ancora viva di ogni comunità, di ogni famiglia.
Valle Camonica in Tavola racconta questo grande patrimonio storico, che si ricostruisce e si reinventa ogni giorno nella pratica dei nostri cuochi, dentro le cucine dei nostri ristoranti.
Valle Camonica in Tavola è percorso collettivo verso una nuova consapevolezza del cibo prossimo; un viaggio tra le materie prime, i prodotti e i produttori, le ricette e i piatti che valorizzano e raccontano il patrimonio locale, radice dell’identità del nostro territorio.
Un progetto che vuole porre maggiore attenzione verso i prodotti alimentari della Valle Camonica, il loro impiego e la loro trasformazione nelle preparazioni culinarie tradizionali e contemporanee. Un vero e proprio percorso verso una nuova consapevolezza del cibo prossimo, un viaggio tra le materie prime, i prodotti e i produttori, le ricette e i piatti che valorizzano e raccontano il patrimonio locale, radice dell’identità del territorio.
Un progetto del Distretto Culturale di Valle Camonica in collaborazione con l’Associazione dei Ristoratori di Valle Camonica e del Sebino, realizzato nell’ambito del progetto “LA CULTURA ALTROVE” promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica, con il contributo di Fondazione Cariplo e del Consorzio Comuni B.I.M. di Valle Camonica.
Associazione Ristoratori Valle Camonica
L’associazione nasce nel 2004 a coronamento di una collaborazione ultra decennale fra un gruppo di chef e ristoratori, con l’intento di creare una rete tra le attività e di promuovere i prodotti e le ricette della tradizione di un territorio unico.
L’associazione “serve la Valle Camonica e il Sebino in tavola”: due territori ricchi di fascino, cultura e tradizioni, con più di 40 ristoranti associati, per promuovere ricette tipiche, prodotti e produttori locali. Ognuno con la propria identità e il proprio stile, ma tutti uniti dalla passione per il territorio.
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Le foto di questo articolo e della locandina sono di: Luca Mascherpa
