Conclusa la quarta edizione del progetto che ha visto protagonisti
Borondo, OZMO e Collettivo FX
Si è conclusa con una festa ad Angone, nel quartiere di Via Silone, dove sono state da poco realizzate le opere di Ozmo e Collettivo FX, la quarta edizione di WALL IN ART. Muri d’arte nella Valle dei Segni; un progetto capace di creare un potente e evocativo fil rouge tra i linguaggi dell’arte contemporanea e il lascito di segni e incisioni rupestri delle popolazioni camune preistoriche, un patrimonio talmente smisurato e prezioso da far diventare la Valle Camonica il primo sito UNESCO italiano.
Dopo ‘Soul of the wall_Cevo’, l’intervento dello scorso luglio di Eron in Valsaviore, WALL IN ART è proseguito nel mese di settembre con altri tre apprezzati artisti della scena internazionale: Borondo, che ha lavorato nel Comune di Malegno, seguito da OZMO e Collettivo FX, che hanno invece lasciato il loro segno ad Angone, nel Comune di Darfo Boario Terme.
Mites terram possident
Borondo © 2018 | Malegno
A Malegno, sul grande muro che si affaccia su Piazza Casari, Borondo ha realizzato il murale ‘Mites terram possident’. Ispirata dalla fascinazione dell’artista per l’atto di scavare una superficie e lasciarvi un segno e dalla consapevolezza che la natura non solo sia fonte di ricerca spirituale per l’uomo, ma anche l’archetipo del suo modo di abitare e costruire lo spazio, l’opera si sviluppa come un dialogo tra lo spirito del luogo e la percezione che Borondo ha di tutto il contesto che lo circonda, in un processo di assorbimento, elaborazione, ricerca tecnica e restituzione.
Al centro della composizione la raffigurazione di una grotta che si trova nei pressi del paese si espande, seguendo le regole di una prospettiva frontale, nella sequenza di archi e colonne/pilastri di una navata. La parte inferiore della parete è stata invece trattata e preparata appositamente dall’artista affinché i bambini camuni – un centinaio di alunni di età diverse nel loro primo giorno di scuola – potessero vivere e conservare nella loro memoria l’esperienza del graffiare lasciando il proprio segno nell’opera, in continuità di pratica con gli antichi abitanti della Valle Camonica.
Il murale risulta ricco di elementi figurativi appartenenti a epoche diverse (e riconducibili al territorio) che si celano e svelano nello spazio pittorico: non solo le antichissime incisioni rupestri e quelle attuali degli studenti, ma raffigurazioni di tecniche di restauro, richiami ad affreschi e pezzi mancanti, il motto Mites terram possident (che non solo dà il titolo all’opera di Borondo, ma è anche stato impresso dai padri fondatori di Malegno nei vecchi portali e nello stemma comunale). La co-presenza di tutti questi segni, simboli e la loro stratificazione, il porre nel punto di fuga una soglia, rendono il murale un’opera aperta che invita a più livelli di lettura e interpretazioni.
BORONDO_Note biografiche
Gonzalo Borondo nasce in Spagna nel 1989. Dal 2007 dipinge nello spazio pubblico, spinto dalla volontà di confrontarsi con una dimensione collettiva e di esplorare la relazione complessa tra Arte e “Pubblico”. Le sue opere nascono dal dialogo con il contesto in cui si trova ad operare, dall’incontro con le memorie dei luoghi e con le persone. La sperimentazione è alla base della ricerca artistica di Borondo incentrata sull’estensione delle possibilità della pittura a discipline, supporti (vetro, paglia, ceramica, superfici murali, legno…) e pratiche estetiche molteplici. L’indagine del sacro e della natura impercettibile della psiche umana sono in fulcro della sua poetica. Borondo ha realizzato opere pittoriche e installazioni di arte pubblica in tutto il mondo e nel 2018 vince il Premio Arte Laguna nella sezione “Land Art and Urban Art” con l’opera “Cenere” (Selci IT, 2017). Dal 2012 ha presentato mostre personali a Roma, Madrid, Parigi, Londra e Marsiglia, progetti espositivi d’impianto installativo e esperienziale. Attualmente i suoi studi sono concentrati nell’intenzione di animare la pittura attraverso processi analogici inediti che vedono l’interazione di suono, luce e video, sintetizzata sul vetro, scenario di pitture dinamiche che oscillano tra visibile e invisibile.
www.gonzaloborondo.com
1. ‘Pixelated Mona Lisa with deconstructed Donald Duck in Valle Camonica’ © OZMO 2018 | Ph. D. Bassanesi
2. ‘Pixelated Mona Lisa with deconstructed Donald Duck in Valle Camonica’ © OZMO 2018 | Ph. D. Bassanesi
3. ‘Pixelated Mona Lisa with deconstructed Donald Duck in Valle Camonica’ © OZMO 2018 | Ph. D. Bassanesi
OZMO_Note biografiche
OZMO è nato a Pontedera, in Toscana, nel 1975. Dopo gli studi all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, si trasferisce a Milano dove comincia a collaborare con alcune gallerie della città, firmandosi con il suo nome di battesimo e presentando lavori dalla forte connotazione pittorica. Contemporaneamente, interviene nello spazio pubblico firmandosi con la sua Tag: Ozmo, gettando le basi per quella che sarebbe diventata la Street Art italiana contemporanea, di cui è uno dei pionieri e tra i più noti esponenti anche a livello internazionale. Dal 2003 le opere di Ozmo sono una presenza costante nel circuito dell’arte e in alcune importanti collezioni pubbliche museali. Tra le mostre italiane ricordiamo: Palazzo della Ragione (2005), Pac (2007), Palazzo Reale (2007), fino alla sua personale “Primo Piano d’Artista”, al Museo del 900 di Milano e alla realizzazione di un’opera muraria permanente di 14 m di altezza sulla terrazza del museo MACRO a Roma, nel 2012. Parallelamente all’attività artistica istituzionale, Ozmo realizza interventi di Street Art nelle più importanti capitali dell’arte contemporanea e urbana: Shanghai, San Francisco, New York, Miami, Chicago, Baltimora, Londra, Berlino, Parigi, Mosca, San Paolo, La Habana, Beirut oltre che nelle principali città italiane: Milano, Roma, Torino Palermo, Bari, Pisa. www.ozmo.it
Pixelated Mona Lisa with deconstructed Donald Duck in Valle Camonica
OZMO © 2018 | Angone
Il punto di partenza di ogni lavoro di OZMO è l’ispirazione che arriva dal territorio. Per il murale sullaprima palazzina di via Silone, quella che accoglie chi raggiunge il quartiere, l’artista ha scelto così di “appropriarsi” de ‘La Gioconda’, l’icona dell’arte mondiale nel cui sfondo si possono riscontrare intriganti corrispondenze con scenari sebini e camuni e in particolar modo con lo scorcio che si può intravedere percorrendo la strada – che da Angone porta al Convento dell’Annunciata – situata proprio a monte della parete consegnata al suo intervento. OZMO reinterpreta il più celebre dipinto al mondo creando détournements dadaisti: aggiunge elementi casuali tra i quali il segno rosso, copre il volto della misteriosa donna con dei pixel, raffigura l’anatra, l’animale emblematico del luogo e migrante per eccellenza, nella sua versione ideata da Disney, il Paperino caro a generazioni di bambini, mentre si scompone nello spazio pittorico.
Dipinta con bombolette spray e acrilici, con le quali l’artista riesce a ottenere le caratteristiche estetiche tipiche della pittura a olio, ‘Pixeleted Mona Lisa with deconstructed Donald Duck in Valle Camonica’, è un omaggio ad Angone e al genio di Leonardo Da Vinci, è un’opera contemporanea d’avanguardia che sperimenta una messa in discussione delle modalità espressive della tradizione dei murales e che si e ci interroga sull’uso e sul potere delle immagini artistiche.
Radici
Collettivo FX © 2018 | Angone
L’opera ‘Radici’ dipinta da Collettivo FX nel cuore del quartiere di Via Silone sembra essere da sempre installata dentro la montagna che si erge alle sue spalle. Ispirata dalla pianta urbanistica del quartiere e dalla comunità che lo abita, l’opera ha preso forma a colpi di rullo, un rullo sostenuto da un’asta lunga quanto l’altezza della palazzina.
Il suo bicromatismo, giocato su tinte suggerite dal contesto, nasconde e rivela al tempo stesso numerosi volti: quasi astratti e solo abbozzati sotto la linea del suolo (che coincide con l’estremità superiore del dipinto), e sempre più definiti a mano a mano che si scende nelle sue viscere, in profondità. Si tratta di ritratti di persone comuni, nei quali si possono intravedere lineamenti che appartengono ai residenti (un parallelismo con le espressioni più alte dell’arte in Valle Camonica: anche Romanino e Beniamino Simoni ritrassero gli abitanti del luogo nei propri capolavori), che si mescolano nella composizione a quelli di personaggi conosciuti. Ignazio Silone, il rivoluzionario marocchino Ben Barka, Carletto Mazzone e Pirandello, Didone – prima regina di Cartagine – e il patrono di Angone San Matteo, il calciatore Dybala e Madre Teresa: molti scelti e raffigurati dall’artista dopo una discussione e un confronto con la comunità, adulti e bambini senza distinzioni, dipinti fra radici che evocano appartenenza e connessioni, raccontano e rappresentano la multiculturalità e l’intergenerazionalità che contraddistinguono questo particolare quartiere.
COLLETTIVO FX_Note biografiche
Collettivo FX nasce nel 2010 nella profonda provincia di Reggio Emilia. Innamorati della terra, operano su tutte le sue superfici, senza porsi limiti se non quelli di preservare tutte quelle storie troppo importanti per passare sotto silenzio. Sono storie di strada su strada, di comunità per le comunità, narrate in modo mai banale; spaccati di bellezza rientranti a pieno titolo in quella sezione della Storia dell’arte chiamata Street Art.Numerose le singole opere e i progetti itineranti e di coinvolgimento sociale che negli anni hanno realizzato in Italia e nel mondo. Tra gli interventi in Italia si ricordano quelli a: Reggio Emilia, Campegine (Museo Cervi), Casale Monferrato (Ist. linguistico), Modena, Finale Emilia (Festival Icone), L’Aquila (Muspac), Matera, Parma, Palermo (Quartiere Zen e MTO), Vedriano (Sagra della Street Art), Milano,Torino , Bologna (Baum Festival), Imola (Restart Festival), Ariano Irpino (Carcere), Sant’Angelo dei Lombardi (Carcere), Napoli (Rione Sanità), Ravenna (Casa Circondariale), Genova (Ex Manicomio di Quarto), Tricarico (Matera 2019),All’estero hanno dipinto a: Gerusalemme, Ramallah, Almaty (Artbat Festival), Mostar, Barcellona, Valencia, Fanzara (Miau Festival), Londra, Madrid , Las Mesas (La Muncha Festival), Lugano, Tunisi, Madeburg (Opus Acquanet Festival), Dresda.
«Il progetto ‘Wall in art. Muri d’arte nella Valle dei Segni’» dichiara Simona Ferrarini, Presidente del Distretto Culturale della Valle Camonica «è sempre più conosciuto e apprezzato sia in Valle Camonica che a livello nazionale e internazionale. Nel 2018, prima Eron e ora Borondo, OZMO e Collettivo FX, hanno creato quattro opere ispirate dalle suggestioni del luogo, dalle sue storie e dalle sue peculiarità che hanno saputo coinvolgere e rendere partecipe in modo consapevole il territorio, le comunità e in particolar modo gli studenti: i bimbi delle scuole elementari di Malegno hanno partecipato attivamente all’opera di Borondo; quelli di Angone hanno visitato i cantieri d’arte, visto gli artisti all’opera, posto domande; gli studenti delle scuole medie Tovini,infine, hanno potuto incontrare Ozmo e Collettivo FX e confrontarsi in un dialogo aperto con loro».
Sergio Bonomelli, Presidente del GIC – Gruppo Istituzionale di Coordinamento del Sito UNESCO n.94, ha poi sottolineato: «La Valle Camonica – che da millenni ha sempre fatto dei segni l’elemento del proprio racconto, attraverso questi nuovi segni/interventi artistici che si aggiungono a quelli realizzati nelle edizioni precedenti, si riconferma oggi culla dei linguaggi, anche contemporanei, in grado di comunicare il mondo e i segni di oggi».
Il progetto WALL IN ART. Muri d’arte nella Valle dei Segni è promosso dal Distretto Culturale di Valle Camonica e dal Gruppo Istituzionale di Coordinamento del Sito Unesco n.94 – “Arte rupestre della Valle Camonica”, in collaborazione con i Comuni di Malegno e Darfo Boario Terme; con il sostegno della Comunità Montana di Valle Camonica e del Consorzio Comuni BIM di Valle Camonica, con il patrocinio della Fondazione della Comunità Bresciana Onlus e la collaborazione degli Istituti Scolastici del territorio.